Ribaltare la partita: ecco come...

24.08.2023

di Massimo Lucchesi

L'analisi delle opportunità che il tecnico può mettere in atto quando la propria squadra sta perdendo e il termine del match non è lontano.

MDI / Shutterstock.com
MDI / Shutterstock.com

La domenica sono i giocatori gli assoluti protagonisti della partita ciò non toglie per altro importanza alle competenze dell'allenatore e alla sua capacità di leggere il match.

L'allenatore, dalla panchina, ha il compito di annotare tutto ciò che funziona o non funziona, in relazione alla strategia preparata, e ovviamente analizzare bilanciamento e atteggiamento della squadra.

In particolare l'allenatore deve costantemente monitorare:

  1. il comportamento di squadra e reparti in contrapposizione ai flussi di gioco avversari nelle varie zone di campo (dal pressing ultra al presidio dell'area di rigore, fino alla difesa della porta): questo esame serve per capire se le pressioni sono adeguate e il piano di riconquista preventivato funziona.

  2. Il comportamento di squadra e reparti nella fase di costruzione e sviluppo dell'azione: questa analisi è utile per capire se la squadra è in grado di superare le pressioni avversarie e se la strategia preparata è efficace.

  3. L'andamento dei duelli: una volta che il piano gara è in linea con quanto preventivato a "far saltare il banco" possono essere i duelli. E' per questa ragione che è fondamentale avere in campo elementi in grado di prevalere sull'avversario diretto.

  4. La prontezza nel reagire a situazioni anomale come i rimbalzi, le seconde palle, gli errori in fase di impostazione, gli intercettamenti in zone di campo molto favorevoli, ecc.

  5. Le situazioni di palla inattiva, sia a favore che contro. Le fasi fisse rappresentano una gara nella gara, con regole e in contesti diversi (la palla è ferma e libera). Proprio per queste ragioni posso risultare determinanti.

  6. La lucidità fisica e mentale dei giocatori.

Premesso tutto ciò, sappiamo anche che la partita "può girare" per un episodio ed è fondamentale avere un piano alternativo per "ribaltare la partita" quando si è sotto e il termine del match non è lontano.

L'allenatore, oltre a tenere viva la speranza e la determinazione dei propri giocatori, ha almeno cinque modalità per intervenire:

  1. lasciare immutato l'assetto tattico e invertire la posizione di alcuni giocatori;

  2. lasciare inalterato l'assetto tattico e inserire una o più forze fresche dalla panchina;

  3. lasciare inalterato l'assetto tattico ma modificare il piano gara (con una costruzione del gioco maggiormente in verticale e una pressione difensiva molto accentuata in ogni zona del campo);

  4. modificare l'assetto tattico ricorrendo o meno ai giocatori della panchina: la squadra cambia modulo ma non il piano gara;

  5. modificare sia l'assetto tattico e anche il piano gara.

Naturalmente l'allenatore può progredire per gradi e utilizzare aggiustamenti più o meno accentuati durante i vari momenti della gara.

IL CAMBIAMENTO DEL MODULO DI GIOCO

Uno delle modifiche più importanti che un allenatore può attuare a gara in corso è quella relativa al cambiamento del modulo di gioco.

Prima di modificare l'impianto tattico occorre valutare dove si assesta l'avversario sul campo e se i problemi maggiori li abbiamo nello schiacciare la squadra rivale all'interno della propria metà campo o nel creare occasioni da rete contro una squadra che presidia la propria area di rigore.

Se l'avversario si difende molto basso l'allenatore ha due opzioni principali:

  1. mettere in campo un ulteriore attaccante per dare ancor più peso specifico al reparto offensivo;

  2. inserire un elemento utile in fase di rifinitura (può essere un esterno in grado di calibrare dei cross o un centrocampista offensivo più propenso a giocare a ridosso delle punte).

Se invece i problemi maggiori li abbiamo in fase di costruzione del gioco e la squadra fa fatica a guadagnare metri ed alzare il proprio baricentro ecco che diventa fondamentale intervenire per aggiustare quel settore.

Occorre naturalmente valutare lo schieramento degli avversari e determinare se sia più opportuno forzare il gioco sulle fasce o centralmente.

MODIFICARE IL SISTEMA DI GIOCO: ESEMPI

Contro un avversario che difende 4-1-4-1 e che copre bene tutta l'ampiezza del campo, una soluzione praticabile è quella di schierare il 3-4-3 a rombo.

Come si vede dalla grafica, il rombo in mezzo al campo consente di avere un giocatore in più nella fascia centrale del campo e molto importanti sono i braccetti di centrocampo e il trequartista che possono "venire" per creare spazio alle spalle o "andare" per esplorare la profondità.

Il rombo a centrocampo e gli inserimenti per vie interne obbligano gli avversari a fare delle scelte difensive piuttosto nette.

Se i terzini rivali stringono il campo per "parare" i possibili inserimenti dei centrocampisti ecco che i laterali avversari sono chiamati a schiacciarsi molto per coprire gli attaccanti esterni che sarebbero liberi di ricevere.

Questo di fatto "libera" i braccetti di difesa che hanno spazio avanzare e di conseguenza obbligano i difendenti a dover indietreggiare.

Il primo obiettivo, che era quello di prendere in mano il gioco e costringere la squadra avversaria ad abbassarsi è stato raggiunto e, a seguire, i possessori dovranno essere bravi a sviluppare il gioco per vie interne o in ampiezza e trasformare la superiorità territoriale in occasioni concrete.


Qualora invece l'avversario abbia una notevole densità centrale (ad esempio perché sono loro ad utilizzare il rombo in mezzo al campo), ecco che la soluzione potrebbe essere quella - per i motivi appena evidenziati- di utilizzare il 3-4-3 in linea e sfruttare l'ampiezza, ovvero i settori che i rivali coprono con più difficoltà.

Il 3 contro 2 dei nostri difensori a riguardo degli attaccanti rivali ci consente di far scorrere la palla su: 1) il braccetto lontano che a quel punto ha tempo e spazio per avanzare, 2) sul laterale opposto.

A seguire le grafiche con tre diversi sviluppi a seconda del posizionamento degli attaccanti avversari.